martedì 1 maggio 2007

Silver Haze

Il suo colore preferito è il nero. O forse il viola, ma il viola mosto, non certo quello ametista.
Se a quel viola si aggiunge però un bel po’ di rosso…
Mattone scuro e spento. Potrebbe andare.
Certo era che nella vasta scala di colori e pantoni, Kya prediligeva quelli scuri. Le tonalità pastello chiaro erano abolite dal suo assortimento mentale di colori. Come avere un portapastelli solo con matite che disegnano il crepuscolo, la penombra, l’intorno escluso, il reietto della visione centrale…
Ogni mattina, le tende chiuse, era per lei semplicissimo scegliere i capi da indossare: poca variabilità, pochi abbinamenti possibili, poche eccezioni, un qualsiasi capo scuro su un paio di jeans e scarpe rigorosamente basse, in genere All Stars.
Ma per Kya non era solo una questione di abbigliamento. Era una filosofia. Percorrere la strada sterrata che conduce nel bosco: più buia, più incerta, più interessante. Preferirla a quella asfaltata e rigogliosa di luce, che si mostra fiera dei suoi pregi e inconsapevole delle sue brutture.
Quella mattina, appena uscita dal bagno con indosso ancora l’accappatoio, si diresse in cucina.
Normalmente faceva colazione ad un bar all’angolo della strada, leggendo il giornale, ma quel giorno aveva voglia di muffin. Ne prese uno e lo ficcò nel forno. Ci sarebbero voluti circa 15 minuti. Si versò del caffè e prese tritino ed erba dalla borsa. Aveva sempre benedetto l’inventore del tritino: ti permetteva di sminuzzare l’erba in una spumosa polverina e di miscelarla con proporzioni variabili di tabacco, offrendoti una miscela uniforme da assaporare fino all’ultimo tiro. Quello che aveva lei era fantastico: perfettamente nero, piccolo e funzionale. Chiuse la canna con qualche difficoltà; in genere era sempre in compagnia ed erano sempre gli altri a chiuderle, ma all’occorrenza non si tirava indietro. Tra l’altro aveva sempre pensato che fumare da soli era il miglior modo per viaggiare.
Rilassati, siediti sulla tua poltrona preferita, chiudi gli occhi.
Buio. E poi luce.
Potere dell’immaginazione.
O del Thc.
Quella mattina Kya si perse nella folla di idee e progetti che aveva per le ore a venire: era purtroppo però riuscita ad organizzare la sua giornata solo fino all’aperitivo delle 12 quando il telefonino trillò.
1 messaggio ricevuto.
ore 3.47 della notte trascorsa.
Aiutami…
Lo stomaco di Kya si contorse piegato dall’acido.
E il muffin non era ancora pronto...

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