lunedì 4 giugno 2007

Blue Buddha

La distanza tra i due era di circa 3 metri. Luca chiuse l’occhio destro e con il sinistro in posizione primaria, tutti i muscoli oculomotori a riposo, fissava il capo del suo professore che, immobile e in piedi, sembrava guardare l’orizzonte vedendo numeri e matrici all’interno delle cose. Poi ruotò lentamente il capo verso destra, l’immagine muta, come con una cinepresa che ruota lentamente sul suo asse.
Una risatina sommessa deflagrò nella sua testa. L’aveva trovato.
L’occhio è come una piccola sfera orientata nello spazio, in cui è possibile stabilire quale sia il davanti e quale il dietro, il sopra e il sotto. Tra gli strati che compongono la superficie posteriore c’è la retina, in tutta la sua estensione, fiera del compito cui è preposta. Anche questa ha però, un tallone d’Achille. Esiste un punto su di essa che non risponde agli stimoli luminosi. Il punto cieco. La macula nera. Il non vedere nel regno della visione, nell’impero dell’immagine, nel luogo in cui la vista diviene re dei sensi, silenziando tutti gli altri, primo e più importante strumento di conoscenza…
Ma Luca vedeva ora il suo professore decapitato: la sua testa era caduta nel punto cieco ed era scomparsa alla mente. Il cervello, dal canto suo, non ci sta, non riesce ad accettare questa inefficacia dell’organo periferico e fa da sé… riempie quel vuoto come meglio crede, usufruendo delle informazioni in suo possesso, secondo un processo detto di riempimento.
Non sa forse che dovrebbe completare quell’uomo in giacca che continua a spiegare e non l’ambiente intorno…
Riaprì l’occhio destro e l’acefalo smise di essere freak: la testa ricomparve…
Luca aveva avuto la dimostrazione di come la visione e la percezione dell’immagine fossero due cose molto simili, ma sostanzialmente differenti. Si alzò e uscì dall’aula. Ma se l’occhio ci trasmette dati sbagliati o quanto meno ambigui, quali sicurezze abbiamo circa le informazioni che conserviamo nel nostro cervello?
La risatina nel suo cervello diventa isterica, esplosa a sussulti, l’aria che torna di rimbalzo verso il basso, come bloccata in un ascensore impazzito. Il diaframma è in preda ad una contrazione paradossa, che si ripete a ritmo di metronomo. La risatina diviene singhiozzo. E con lui lacrime pesanti come dubbi.
Luca si allontanò per cercare un albero sotto la cui protezione potersi fumare un po’ d’erba avvolto da un confortevole silenzio. Blue-Buddha per pensare, ricordare e analizzare. Tutto quello che aveva visto, gli oggetti, le persone, gli eventi, se stesso, tutto andava messo in discussione, perché analizzato in prima istanza parzialmente ovvero con la falsa consapevolezza che tutto fosse accessibile quando visibile.
Blue-Buddha per pensare, ricordare e analizzare.
Questa volta ad occhi chiusi…

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